
L’ambiente di Elisa, traduttrice
Di professione traduttrice freelance, ama l’Ambiente, la natura e il cibo buono per natura.
Lei è Elisa*.
Le ho chiesto della sua #VitaDaProfessionista.
- Chi è una traduttrice, cosa fa per noi, in quale ambiente si muove e quali sono i requisiti indispensabili in questa professione
- Quali segreti dell’Ambiente – che le permettono la conciliazione casa-lavoro e le rendono la giornata migliore – può condividere con noi.
Come ha risposto? Così!
L’ambiente professionale di Elisa
Faccio la traduttrice, cioè traduco testi da una lingua straniera verso l’italiano, la mia lingua.
1.
Per deontologia professionale un traduttore dovrebbe sempre tradurre verso la propria lingua madre. Ma a volte per motivi economici o di altro genere si lavora anche nel verso opposto.
2.
La traduzione – scritta – non ha (quasi) niente a che vedere con l’interpretariato – orale – o la mediazione interculturale: un traduttore eccellente non è necessariamente un buon interprete e viceversa. Esistono infatti corsi specifici per traduttori e altri per interpreti.
3.
Esistono diversi tipi d traduzione, a seconda del settore, del tipo di testo e delle richieste del committente. Per fare qualche esempio, esiste la traduzione medica, legale, letteraria, di audiovisivi, sottotitolaggio, di materiali di comunicazione. Uno dei documenti più curiosi che mi è capitato di tradurre: un menù plurilingue per un ristorante di nuova apertura. In realtà è molto più facile vedermi a lavoro per case editrici medico-scientifiche e su corsi di lingua. Proprio in questo periodo sono operativa su un corso per l’apprendimento della lingua italiana online per anglofoni.
4.
I traduttori possono essere iperspecializzati in un certo settore e occuparsi solo di testi relativi a quel settore (traduzione medica, meccanica, giuridica, letteraria, …) o possono anche essere intersettoriali. In ogni caso, è importante rimanere il più possibile fedeli ai testi originali.
5.
Un buon traduttore, prima di fare un preventivo al committente, esamina il testo da tradurre, prende del tempo per leggerlo, analizzarlo, capire il tipo di linguaggio e lessico utilizzato, valutare la lunghezza, le tempistiche di lavorazione, la data di consegna del lavoro.
Solo allora è in grado di fare una proposta al committente. E poi di stilare un contratto che preveda, oltre ovviamente ai dati delle due parti,
– il titolo del testo
– le lingue di lavoro (lingua di partenza e lingua di arrivo)
– l’eventuale calendario per la consegna di semilavorati
– la scadenza ultima per la consegna del lavoro finito
– il compenso economico e l’eventuale scansione dei pagamenti.
Suggerimenti
derivati dalla mia esperienza personale: la richiesta di un acconto è sacrosanto. E l’urgenza merita un aumento della parcella.
Un ultimo punto: come riferimenti per saperne di più e per la regolamentazione di questa professione ci sono in particolare due associazioni di categoria, AITI e ANITI (e alcuni Tribunali albi per traduttori giurati).
L’Ambiente naturale di Elisa
Da traduttrice freelance ho scelto di lavorare da casa: così posso gestire il tempo come meglio credo e dedicarmi a tutte quelle piccole attività che mi appassionano e, allo stesso tempo, mi permettono di svolgere bene la mia professione.
1.
Posso fare la spesa che reputo migliore: al mercato al mattino presto.
Acquisto frutta e verdura dai contadini delle campagne piemontesi e (rarissimamente) latticini da un allevatore di Coazze. Così sono sicura di mangiare cibo di qualità, genuino e sostenibile, a km quasi zero. Voglio dire, in questo modo, conosco la provenienza, so cosa mangio e cosa uso in casa e non acquisto un prodotto anonimo, da supermercato, proveniente da chissà quale grande azienda che usa chissà quali ingredienti e opera con chissà quali diritti del lavoro e criteri ambientali.
E poi, gli alimenti di stagione sono più ricchi di sostanze nutritive: danno una carica in più.
2.
Posso mangiare quello che voglio: l’alimentazione è un valore fondamentale nella mia vita, così come lo è la sostenibilità ambientale.
Per questo infatti limito il più possibile gli alimenti raffinati e di origine animale: faccio del bene alla mia salute e all’Ambiente. Mi sento in forma, sono soddisfatta di me: e lavoro meglio.
3.
Posso fare pausa quando ne sento il bisogno.
Il lavoro di traduzione richiede una concentrazione estrema e richiede (ma permette anche) di prendersi delle pause.
Per carattere quando inizio qualcosa, lo porto avanti caparbiamente e sono in grado di lavorare per ore senza alzare la testa dal pc. Ma ho visto che le pause mi aiutano a recuperare energie e concentrazione.
Le mie pause sono un mix di spuntini e lavori di casa
Anche così concilio casa-lavoro.
Gli spuntini, spesso autoprodotti, sempre freschi e leggeri (perché deve lavorare il cervello, non lo stomaco!). Per esempio, un frullato di frutta: con una banana, una pera o delle fragole e mezzo bicchiere di latte vegetale. O la frutta secca. O la torta/i biscotti che preparo in casa quelle domeniche in cui ho tempo.
I lavori di casa, ebbene sì, tanto sono da fare, così mi aiutano a staccare e a fine giornata ho già fatto anche quelli. Di solito appena prima di mettermi al pc faccio la lavatrice così lei va mentre lavoro e a fine mattinata la stendo.
Ho anche la fortuna di ammalarmi raramente: sicuramente l’alimentazione dà il suo contributo, ma anche gli oli essenziali danno il loro. Li uso quotidianamente. Ecco qui un’altra mia passione oltre all’autoproduzione: i rimedi naturali per prendermi cura di me.
Esistono diverse qualità di oli essenziali
dal semplice profumatore per ambienti al rimedio naturale per eccellenza, aromaterapico e curativo. Ogni pianta può mettere a disposizione le proprie proprietà benefiche. A me per esempio sono di grande aiuto (e per questo sono gli oli che uso di più)
- la menta perché allevia mal di testa e dolori cervicali. E agevola sia la concentrazione sia la veglia;
- la melaleuca perché è un antibiotico naturale. Lo uso sia a scopo preventivo sia curativo per esempio ai primi cenni di mal di gola, raffreddore e febbre.
Vado avanti?
Dell’Ambiente di Elisa
penso ci sia davvero ancora molto da scoprire: i suoi spuntini autoprodotti, per esempio, li ho testati personalmente e vale la pena che ce ne sveli qualcun altro.
E anche per gli oli, ne ho provati alcuni in prima persona. Il limone per esempio: il solo profumo mi dà la carica. E confermo l’effetto della melaleuca – anche se trovo abbia un gustaccio.
Poi penso sia interessante scoprire qualche libro e qualche film che ha trovato utili o semplicemente piacevoli per questa #VitaDaProfessionista. Così ho pensato che potremmo continuare con un’altra intervista.
Ti farò sapere se Elisa * accetterà.
* Elisa Bonaldo, Torino