Filosofia e pensiero critico a scuola
Questa è una delle guide pratiche che dedico al tema scuola. Ho già scritto della mia proposta di introdurre la comunicazione nel programma ministeriale (qui), ho citato TED (come quello della Pierson) e altri spunti a proposito della didattica e delle relazioni in classe.
Oggi in queste righe scrivo di altre materie trasversali, che propongo di inserire a pieno titolo nel percorso scolastico, fin dai primi anni, e di alcune fonti sul tema.
Mi riferisco a
filosofia e pensiero critico
accompagnate dall’educazione alle emozioni.
Ho scelto di partire dalla filosofia anche se, o proprio perché, ho notato che la sola parola a volte provoca reazioni • come dire? • poco felici. “È noiosa. Incomprensibile. Lontana. Inutile”.
Qui invece la filosofia ha un’altra faccia: quella di una fonte vicina, in cui trovare semi, luce, confronto e conforto. Di un’alleata che ci fa sentire tutti così diversi, così uguali perché tutti umani. Una fonte che ci fa toccare con mano quanto le questioni più o meno esistenziali • che attraversiamo noi, con i nostri pensieri e nei nostri giorni • siano condivise dall’intera Umanità e nei secoli. Ci fa sentire che siamo tutti sulla stessa barca chiamata vita.
Poco o nulla importa in quale epoca, parte di mondo o età anagrafica: ci fa trovare risposte, domande e, in modo quasi magico,
semina e (ri)attiva dentro di noi in maniera invisibile
Via via, anche senza averne fin da subito consapevolezza, ci accompagna in un cammino di apertura e continua crescita, così stimolante, così nutriente. E duraturo.
Motivo (ulteriore) per cui propongo queste materie in una didattica senza voti (in lettere, numeri o parole che siano), capace di vedere gli anni scolastici da un’altra prospettiva: quella di espressione e scoperta, anche attraverso tentativi, di sé e del mondo.
Negli anni ho scoperto che anche docenti, pedagogisti, psicoterapeuti hanno trovato nella filosofia e nel pensiero critico a scuola ottimi strumenti e portano avanti questo approccio.
Per esempio con i libri. Come “Il mondo di Sofia“, “Platone è meglio del Prozac” e il più recente “Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi“.
Libri adatti a tutte le età. Perché i temi trattati dalla filosofia sono di supporto per l’intera vita, anche e soprattutto nei periodi più confusi dove è capace di farsi sentire, riemergere e venire in aiuto.
Questo vale anche per il pensiero critico,
l’educazione al pensiero critico
che, se proposto come approccio fin dai primi anni di scuola • anche attraverso la filosofia • può accompagnare lo sviluppo di ognuno: diventare compagno quotidiano di valutazione, senza giudizi, e bussola di ricerca e discernimento.
Oltre al mio percorso di studi e personale, ho ritrovato questi temi anche nei titoli dei libri dell’autore Matthew Lipman (1923-2010).
“Educare al pensiero“, “L’impegno di una vita: insegnare a pensare“, “Il prisma dei perché“, “Stupirsi di fronte al mondo“.
Che ci riportano alla lunga storia di questa “materia”: a Socrate, con
il “so di non sapere”
e l’arte della maieutica.
Più di recente ho scoperto una frase di Alain Deneault
“L’antidoto è il pensiero critico, perché smaschera l’ideologia, che è un discorso di interessi sotto la parvenza di scienza.
E fa subire un trattamento critico analitico a una nozione che qualcuno ci vuole ficcare nel cervello, per esempio l’inevitabilità della vendita di armi o di una nuova autostrada (…)
Qualsiasi impegno [politico] è a metà tra lo scoraggiamento e la speranza.Ed è proprio quando la situazione è scoraggiante che ci vuole il coraggio“.
Insomma,
filosofia e pensiero critico a scuola
sono per me, al tempo stesso, porto sicuro • con tanti punti di ancoraggio • e pista di decollo • con tanti punti di partenza. Sono difesa e azione davanti a tutti quei “si è sempre fatto così”, “è così!”, “non possiamo farci nulla”, “la sola verità è”, “da che mondo è mondo”, ecc…
Così come lo sono le emozioni, terza materia trasversale:
l’educazione alle emozioni
che integra e completa la ricchezza portata da filosofia e pensiero critico a scuola.
Avevo già scritto del tema “emozioni” ed educazione alle emozioni nelle righe di presentazione del cartone InsideOut (con Gioia, Rabbia, Tristezza, Disgusto, Paura).
Qui lo ripropongo attraverso
• un estratto video della serie tv Perception, in questo link
• l’approccio della comunicazione nonviolenta (quella di M. B. Rosenberg) che ci invita a guardare tutte le nostre emozioni come segnali preferenziali e legittime chiavi di accesso al contatto più consapevole con sé e con gli altri
• le parole di Maria Grazia Contini:
“Le emozioni sono un grande strumento di conoscenza. E anche di miglioramento ed emancipazione.
Solo che non siamo educati alle emozioni. (…)Tienle a bada le emozioni, controllale e dominale: questo è il messaggio che è stato lanciato a tutti nel corso della storia. (…)
Le emozioni parlano, ma noi non capiamo e come se loro parlassero una lingua straniera, ignota a noi, noi non conosciamo l’alfabeto delle emozioni e allora loro parlano invano e noi le subiamo“
Insomma, queste 3 materie trasversali • filosofia, pensiero critico ed educazione alle emozioni • sono a mio avviso preziose possibilità da integrare per il nostro cammino della vita.
Un po’ come alcuni spunti provenienti dalla mindfulness • una “medicina senza farmaci” come proposta dalle neuroscienze e dal Dalai Lama • che possono supportarci nel ben•essere.
P.S.
A proposito di possibilità, mi è piaciuto un articolo dell’Internazionale sulla lettura: lo trovi qui.
Un saluto, a presto,