
I care e quelle frasi da dire a scuola
I care: mi sta a cuore. E lo capisco perché alla didattica ci penso almeno almeno una volta al giorno, tutti i giorni (anche in vacanza). Così ogni tanto raduno i miei appunti e ne pubblico un riepilogo: questo che stai leggendo è quello di oggi. Tempo fa, per esempio, ne avevo scritto uno sulla storia italiana con i film (lo trovi qui).
È una passione che mi spinge a studiare e leggere di didattica, a ripensare a quella usata quando a scuola ci andavo io, a seguire gruppi sui social, a collaborare con associazioni culturali e a scrivere appunti sul mio libro delle idee (ne ho anche uno di carta). Anche il mio pensiero per la tesi magistrale è arrivato lì, alla didattica: infatti l’ho scritta sull’ebook nel mondo scuola. (Se Ti interessasse il tema, la sintesi è questa).
Insomma, avrai capito di che ambito parleranno le prossime righe 🙂
Ora Ti racconto meglio: l’idea è di condividere con Te
3 frasi
3 frasi tratte da una storia vera, da un film e da un libro. Che a Tua volta potrai condividere in classe o in quell’outdoor education che tanto mi piacerebbe vedere in tutte le scuole. (Tu la conosci? La pratichi?)
In realtà, Ti sono utili anche se la Tua libera professione riguardasse altri ambiti e se proprio Tu fossi alunno-a a scuola.
Dicevo, sono solo 3 frasi – e brevi – eppure veicolano un pensiero capace di coprire l’intero percorso scolastico.
Valuta anche Tu.
1 – I care
“I care, mi interessa, mi importa, mi sta a cuore”: forse la conosci già quest’espressione, la diceva Don Lorenzo Milani nella sua scuola di Barbiana. Lui sì, era un don, ma qui proprio non conta la religione. Qui quel che conta è lo spirito che c’è in quell’inglese “I care”.
Perché sai cosa c’è lì dentro? C’è l’apertura e il senso di responsabilità. C’è la consapevolezza dell’altro – di qualsiasi altro – e l’empatia nei suoi confronti.
Una chiave moderna la stanno “girando”, per esempio, i partecipanti di Global citizen, persone da ogni continente che condividono uno stesso sentire, una stessa consapevolezza: sentirsi cittadini del mondo. E per questo si attivano per vivere e convivere. Per esempio per abolire la povertà nel mondo entro il 2030.
Che una data così lontana in fondo non è, vero? Tu quanti anni avrai? 🙂
Puoi dare un’occhiata al sito ufficiale.
2 – Vi si chiede di prenderlo in considerazione
Questa è la frase che dice Julia Roberts nei panni di un’insegnante nel film “Mona Lisa Smile“.
“Non vi si chiede di dire se è bello o brutto, vi si chiede di prenderlo in considerazione/di contemplare”.
Nel film parla nello specifico dell’arte, di un quadro di Pollock, un artista non figurativo che non usa il cavalletto (via via neanche il pennello), che sul quadro sgocciola e lancia il colore direttamente dalla latta (la tecnica si chiama “dripping“, sgocciolamento). Insomma, di un’arte nuova, fuori dagli schemi degli anni ’50.
Per intenderci, ha creato opere come questa. Oggi più apprezzate di allora

© 2015 Pollock-Krasner Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York
Anche questa frase porta con sé un messaggio di apertura ed è un messaggio che stimola la scoperta, avvicina all’altro: anche, e soprattutto, allo sconosciuto, al nuovo, al diverso dall’ordinario di ogni persona, cultura, contesto. Suggerisce di andare oltre e di trovare la ricchezza grazie alla sospensione da giudizio e pregiudizio (piccolo pensiero a Kant).
Boccate di vita da respirare a pieni polmoni, concordi?
3 – Le parole sono finestre oppure muri
È anche il titolo di un libro che ha scritto Marshall Rosenberg: gli ho dedicato una guida pratica (ho inserito degli estratti per riassumere il cuore del messaggio se volessi approfondire).
Il messaggio è che “le parole sono finestre, oppure muri, ci danno libertà o ci imprigionano“. E allora il linguaggio e la comunicazione, con noi stessi, con i nostri bisogni, le nostre emozioni e con gli altri, sono da conoscere-riconoscere e curare con consapevolezza per scegliere le finestre.
Vale per tutto e tutti: nel lavoro, a scuola, in famiglia, nelle relazioni di coppia, in coda a qualche sportello o in una riunione di condominio.
Anche qui trovi un messaggio di apertura: e di ascolto, di interazione empatica con l’altro e con le Tue emozioni. Perché le emozioni sono segnali dei nostri bisogni – soddisfatti e insoddisfatti – da prendere in considerazione, raccontano molto di Te, di me, di noi tutti. (Hai visto il cartone Inside Out?)
Insomma,
trovi anche Tu che queste 3 frasi
meritino di entrare a scuola e di essere condivise fin dai primi anni?
Tutte e 3 che hanno una parte di messaggio comune – diciamolo – esistenziale: l’apertura è vita, è pace, è ricchezza; e la comunicazione permette – a tutti – di praticarla.
Lo senti anche Tu?