Marchio e logo nella libera professione
Marchio e logo nella libera professione.
Sottotitolo: quello che Ti serve conoscere su marchio e logo nella libera professione – per la Tua #VitaDaProfessionista.
Nello specifico, penso che
1. Avrai sentito entrambe le parole, sia “marchio” sia “logo“: ci sono delle differenze, così Ti scrivo una postilla sulla questione.
2. Avrai sentito dire che averne uno “serve“, “non serve”, “a cosa serve?”: è il caso di valutarlo insieme in modo mirato per il Tuo lavoro.
1.
Definizione di marchio e logo
Da questo estratto puoi farTi un’idea più chiara del marchio.
Nell’estratto hai trovato anche il riferimento all’azienda tout court: di fatto nella libera professione l’azienda sei Tu 🙂
P.S. Volessi una versione – come dire? – più “burocratica” di marchio, puoi consultare la definizione che ne dà la Camera di Commercio di Torino, questo è il link (in formato pdf).
Il marchio è costituito da 2 parti: una è il logo
(nella sua versione integrale, “logotipo“, non apro altre parentesi), l’altra è il pittogramma.
– Il logo(tipo) è la parte pronunciabile del marchio.
Per esempio qui puoi leggere il logo “Fiat” (lo stesso vale per “Google”)
– Il pittogramma è la parte simbolica del marchio: cioè quella che non puoi leggere a voce.
Per esempio nella caffetteria xy, è il simbolo da solo.
Insomma, il logo è solo una parte del marchio.
E, anche se nel linguaggio comune spesso li senti e sentirai usare come sinonimi (a volte per comodità lo faccio anch’io) diciamo che Ti è utile ricordare questa precisazione.
2.
Il marchio – logo serve?
Tra le definizioni avrai intuito che il marchio – logo ha le funzioni, in generale, di
- simboleggiare
- identificare
- distinguere
Quindi la risposta è sì, il marchio – logo serve. E vale anche nella libera professione.
Infatti Ti serve un simbolo immediato che
- evochi la Tua professione
- identifichi proprio Te (per questo Ti suggerisco di inserire qualcosa che senti come veramente Tuo)
- differenzi il Tuo nome tra gli altri e in ogni contesto
soprattutto perché tra sovrabbondanza di immagini, nomi, canali di accesso, modalità di fruizione, colleghi, concorrenti e flusso informativo – veloce, continuo e di tanti ambiti diversi – il rischio è che il Tuo nome si perda “nella mischia”.
Pensa alla condivisione di un post, al foglio di un preventivo, alle email che invii. Hanno bisogno di un segno distintivo immediato, che permetta all’utente di identificare, a prima vista, chi sei e che gli permetta di riconoscerlo e ricordarlo anche a distanza di tempo e nel passaggio tra i vari mezzi di comunicazione.
Quindi
il marchio – logo nella libera professione
è uno strumento capace di farTi riconoscere, di lasciare l’impronta del Tuo nome in chi lo vede – grazie all’identità visiva – e in grado di evocarlo in modo distintivo .
Per questo Ti è utile valutarne la creazione e riportarlo poi in tutta la Tua comunicazione in immagine coordinata: sul Web – sul post dell’evento che vuoi organizzare, nel testo dell’email che invii ai Tuoi clienti – e altrove – sul biglietto da visita, sulla vetrofania dello studio, ecc…
Insomma, il marchio – logo nella Tua #VitaDaProfessionista è
– un elemento per la Tua identità visiva (a questo proposito puoi leggere la guida pratica ad hoc)
– uno degli strumenti di personal branding, cioè di quelle attività che permettono, a Te, di conoscere chi sei con il Tuo valore aggiunto/distintivo e ai Tuoi utenti/potenziali clienti di sceglierTi.
N.B.
Il Tuo marchio – logo non ha bisogno di essere elaborato o frutto di creazioni 3d e aliene dal Tuo gusto: é importante che, al tempo stesso, Tu lo senta Tuo e che sia rappresentativo o evocativo della Tua professione e del modo in cui la svolgi. Potrebbero bastare le Tue iniziali con la stilizzazione di uno strumento di lavoro. O il contorno del Tuo carattere fisico distintivo.
Certo, va ben studiato in dimensioni, forme, colore e deve essere in grado di superare il test dei 5 requisiti: questo.
Ora, concludo questa guida pratica con
una questione “legale”
Per proteggere il Tuo marchio – logo, cioè per evitare che altri possano copiarlo-usarlo, puoi richiedere la sua registrazione: si dice proprio così.
Come funziona? È gratuita? Serve?
In breve, in Camera di Commercio trovi un ufficio dedicato. Allo sportello compili e consegni la richiesta (da qualche anno anche per via telematica). Tra le voci, Ti è richiesto di scegliere il territorio di protezione: a livello nazionale? Europeo? Internazionale?
La richiesta ha un costo; anche il suo rinnovo negli anni (trovi i dettagli in questo link).
Se serve? Ni. Cioè,
da libera professionista
mi sono chiesta e rivolgo la stessa domanda a Te: se anche qualcuno copiasse il marchio – logo (per esempio in un’altra città o nazione) avresti modo di scoprirlo?
E, soprattutto, avresti la disponibilità di tempo e denaro per portare avanti un procedimento legale? E il giudice a quali argomentazioni darà più peso e validità?
Per l’entità azienda la questione è ben diversa, certo: ha più raggio d’azione, più peso, più rischi e più opportunità allo stesso tempo. Basti pensare al caso Mac Bün – McDonald’s: hai presente?
Se no, Ti anticipo il finale: ha una sorta di “morale della favola” originale per cui il “più piccolo” ha perso in tribunale, ma ha vinto sul mercato in termini di visibilità. La storia è questa.