Film, comunicazione e cyberbullismo
Amicizia, amore e famiglia: nelle prossime righe Ti segnalo 2 film che toccano da vicino il rapporto tecnologia – comunicazione, reale – virtuale, in ognuna di queste relazioni.
Proprio come capita nella vita di tutti i giorni.
Il primo film si intitola Disconnect
Parla di 3 storie diverse che si intersecano tra loro e che, a mio avviso, hanno in comune
- il bisogno (di giovani e meno giovani, innamorati e amici) di comunicare
- la sua importanza (vitale)
- la difficoltà nel curare la comunicazione
- le conseguenze tragiche della sua assenza.
Più nel dettaglio, penso che questo film abbia il pregio di mettere in scena 2 realtà:
- il rischio di perderci di vista anche quando viviamo sotto lo stesso tetto genitori/figli/coppie legato all’importanza di comunicare, alla capacità di curarla nelle nostre relazioni
- la necessità di un’educazione mirata sull’uso responsabile del Web anche per i “nativi digitali” che hanno, sì, familiarità con la tecnologia, ma non consapevolezza.
Anche perché la comunicazione online che potrebbe unirci, di fatto molto spesso sta scollegando le persone nella/dalla vita e dalle emozioni reali.
Come nel phubbing, così tanto diffuso (dimmi che Tu non lo fai), e, in modo ancor più grave, nel cyberbullismo (quello che preferisco chiamare “bullismo digitale” e di cui ho scritto meglio in quest’altra guida).
Proprio a questo proposito mi è venuta in mente quella frase che ha detto in un’intervista Tim Berners-Lee (il creatore di Internet):
“Il Web non è diverso dall’umanità,
che è fatta di cose orribili e altre meravigliose.
Chi accusa il Web di avere un lato oscuro,
dovrebbe riflettere sul fatto che quel lato oscuro è nell’umanità stessa.
Ciò detto io sono ottimista e resto convinto che il saldo finale,
il bilancio di una umanità più connessa resta positivo”.
Prima di passare all’altro film, Ti riporto
il trailer di Disconnect
Il secondo film si intitola Cyberbully
Rispetto a Disconnect, è più centrato sul tema del cyberbullismo e, anche se ambientato in modo evidente negli USA, ne rappresenta le dinamiche comuni tra gli adolescenti di tutti i Paesi/continenti, Italia compresa.
Trovo che anche questo film abbia il pregio di farci calare via via nel corso degli eventi con molta verosomiglianza rispetto alla realtà. Una piccola “leggerezza” alla volta. E in cui i confini tra cyberbullo-vittima è, a volte, a tratti davvero confuso o labile.
Penso sia efficace
- per riflettere su alcune di quelle “cattive abitudini” di mancata comunicazione; magari diffuse e sottovalutate in famiglia e a scuola, ma tanto dannose per vivere relazioni felici e nutrienti
- per avvicinare, magari per la prima volta, al tema del cyberbullismo: dove vigono la mancanza di empatia, di comunicazione – ascolto e di rispetto di sé e dell’altro.
Questo è il trailer del film (in inglese)
Cosa ne pensi? Li hai visti?
Oggi, ancor più di altre volte, arrivata al momento dei saluti, colgo l’occasione per rinnovare di cuore il mio augurio di