
Share economy: le 10 opportunità da cogliere oggi
Conosci la share economy/sharing economy?
È un’opportunità. Un’opportunità che puoi cogliere anche Tu.
Bé, in italiano puoi tradurla in “economia collaborativa”: è proprio nella collaborazione che cresce la sua ricchezza – economica, sociale, ambientale.
L’aspetto più bello della share economy?
Ha ambiti di applicazione in tanti settori: vale per competenze, beni, tempo, denaro. Per esempio,
sentito parlare di “condivisione dell’auto”?
In pratica usi l’auto – meglio ancora se elettrica – in funzione delle Tue precise esigenze del momento, “a chiamata” Ti direi. Se Ti servisse solo qualche sera per andare in palestra e per il rientro a casa per le festività. È il car sharing, un’altra scelta, diversa, rispetto al possesso di un’auto. Alcuni esempi? Le idee di BlaBlaCar e Enjoy a Torino.
La share economy si applica anche al cinema
C’è quel film che Ti piacerebbe vedere o rivedere in sala, ma ormai è fuori programmazione. Forse non sei l’unic*. Sai cosa puoi fare?
Puoi affittare sala e film con Movieday: decidi il giorno, l’ora, il cinema e crei l’evento.
La share economy è anche per la casa e per l’ufficio
Hai già scoperto il portale web Airbnb? Puoi pubblicare un Tuo alloggio e/o scoprire e prenotare alloggi altrui in tutto il mondo: un appartamento per una notte, un castello per una settimana o una villa per un mese. Trovi qualsiasi fascia di prezzo, in migliaia – letteralmente – di città e in quasi paesi.
Negli spazi di coworking – il Toolbox di Torino per esempio – trovi sale, scrivanie e meeting room condivise: sotto un unico tetto per decine e decine di professionisti e lavoratori. Vige comunque il rispetto della privacy 😉
La share economy si applica ai libri
Conosci il portale web Tribook? Fa incontrare lettori e librerie. Ti serve quel libro oggi stesso e la libreria sotto casa non ce l’ha. Online sì, ma i tempi di consegna? Cosa fai?
Puoi localizzare sulla mappa le librerie che hanno quel titolo in quel momento, puoi acquistarlo online e farTelo recapitare da un corriere in bicicletta nel giro di poche ore.
E poi c’é anche Superfred: quando cerchi un libro, Ti mette in contatto con chi vuole prestarlo o regalarlo. Oggi so che è attivo in più paesi nel mondo.
Che ne dici, interessante?
D’altronde, “share” in inglese significa “condividere” e quindi ha molto del concetto di “comunicazione” = “mettere in comune” e del Web, la Rete per eccellenza.
Sai che anche noi in piccolo ci proviamo?
Lo applichiamo per i/le liber* professionist*. Per i siti web – e la comunicazione sul Web. In pratica creiamo siti condivisi e anche pagine social condivise. Così sei un* professionista in fase di avvio o di rilancio? Se hai un paio di contatti di altr* professionist* che non sono ancora online – o lo sono in modo non proprio adatto – puoi creare con loro un piano di lavoro per andare sul Web.
Hai meno da investire perché il totale è condiviso. E ne hai beneficio Tu quanto i Tuoi contatti. È una buona strada. Ci hai pensato?
Sempre nel rispetto di quei “buoni comportamenti” – la netiquette.
Un altro aspetto della share economy è il crowdfunding
Sai la raccolta di fondi/finanziamenti attraverso collette relative a un obiettivo specifico? Puoi attivarla con un obiettivo ludico come una festa o una vacanza, o aziendale come un evento, o sociale come per casi umanitari. Sul Web vai oltre qualsiasi tipo di confine 🙂
Sai che anche Dario Argento, il regista, per esempio, ha fatto crowdfunding per finanziare il film con Iggy Pop, “The Sandman”?
E Giovanni Gulino, dei Marta sui Tubi, ha creato la piattaforma di crowdfunding per la musica MusicRaiser: così sono già nati album e videoclip.
Ai concerti dal vivo di artisti musicali nascenti ci ha pensato invece EsayGig.
Qui non ci piace l’idea di toccare questioni politiche-economiche,
a noi della share economy piacciono i nuovi occhi con cui vive il mondo quotidiano
Fa convergere gli interessi di persone anche lontane, rende Te e me attori, non meri consumatori. E crea ricchezza. Un bell’approccio trovo.
Trovi altri e diversi servizi del mondo della share/sharing economy sul sito Collaboriamo.
Pensa che a Milano all’economia collaborativa negli ultimi anni hanno dedicato la “Collaborative week”, una settimana di incontri ed esempi di pratiche collaborative. E quest’anno – 2015 – le hanno dedicato anche un evento, Sharitaly, perché – così ho letto sul sito – “L’economia collaborativa non è una moda passeggera ma è una grande trasformazione che passa da un ripensamento strutturale dei rapporti tra economia e società, basato sulla creazione di legame sociale come fondativo dello scambio economico”.
Allora, Tu cosa ne pensi di questo approccio?
Hai una buona pratica collaborativa da farci conoscere?